Tipi di tessuto naturali e sintetici: quali sono e come riconoscerli

Spesso indossiamo capi di cui non conosciamo le materie prime e non sappiamo quali sono le fibre di qualità. Riconoscere le fibre naturali da quelle sintetiche non è cosa semplice. Per esempio la viscosa è una fibra naturale? In questo articolo troverai la risposta a questa e altre domande sui tessuti.

Come riconoscere tipi di tessuto di qualità

Quando si acquistano tessuti e capi d’abbigliamento, la prima cosa da fare è leggere l’etichetta. E’ il modo più semplice per capire quali sono le materie prime utilizzate e da quali realtà proviene il tessuto. La nota dicitura “Made in” indica proprio dove è stato confezionato. Ricordiamo inoltre che in tutti i capi di vestiario l’etichetta è obbligatoria per legge.

Fibre naturali

Cotone, lana e seta sono le fibre naturali più note e più utilizzate. Vediamo le loro caratteristiche che ne definiscono un’alta qualità.

Cotone

La qualità del cotone si misura in base alla lunghezza della fibra, più è resistente e morbida più è elevata. I cotoni migliori sono il Sea Island, il cotone egiziano e il Pima. Toccandolo con mano si avverte lo spessore della fibra e non deve risultare trasparente.

Un buon cotone resiste a numerosi lavaggi mentre uno di scarsa qualità dopo pochi utilizzi favorisce la formazione di piccoli buchi nei pressi delle cuciture. Se volete un cotone derivante da una produzione etica e sostenibile cercate la certificazione GOTS, perché cotone biologico non intende per forza che la produzionia abbia seguito criteri di etica e sostenibilità.

Lana

La lana più pregiata è quella la cui fibra è più sottile ed ha diametro minore rispetto a quelle più grossolane. La prima si utilizza per i capi di abbigliamento, la seconda per realizzare coperte e tappeti.

E’ un tessuto che si può rigenerare, la cui qualità varia a seconda del tipo di allevamento dell’animale. La migliore lana è quella altamente elastica, priva di fili sciolti e nodi. Inoltre non deve fare piling, ossia produrre quegli antiestetici pallini dopo pochi utilizzi.

Seta

La seta è un tessuto prezioso e leggero che riconosciamo per la sua lucidità ma esiste anche seta opaca come il crèpe de Chine o la georgette.

La seta migliore è quella che allo sfregamento si scalda e quella che presenta colori non uniformi. Si tratta di una seta finta quando la vediamo di un bianco acceso e brillante. Anche il prezzo ne indica la qualità: la seta vera è un tessuto molto più costoso di altre fibre naturali. La seta non va confusa con il raso che non è un tessuto ma si ottiene da un preciso tipo di lavorazione dal rayon, dal cotone e dal poliestere.

Fibre sintetiche

Le fibre sintetiche si dividono in quelle di derivazione naturale e quelle di derivazione artificiale. Vediamo le differenze, tenendo conto che anche le fibre sintetiche possono essere eco-friedly.

Fibre sintetiche di derivazione naturale

Le fibre sinteiche di derivazione naturale si ottengono dalla lavorazione della cellulosa di bambù, tiglio, eucalipto e di altre piante. Tencel, rayon, modal e lyocel sono tutte viscosa fibra naturale. Si tratta di fibre traspiranti, resistenti e morbide al tatto.

Il filato si può ottenere con una lavorazione chimica o naturale ed ovviamente quest’ultimo procedimento è quello più sostenibile. Le viscose hanno prezzi accessibili e sono molto utilizzate anche nella moda pret-a-porter.

Fibre sintetiche di derivazione artificiale

In questa tipologia si trovano l’acrilico, il nylon e il poliestere. Tra loro esistono grandi differenze a cominciare dal fatto che le ultime due fibre sono prodotte dalla lavorazione del petrolio.

L’acrilico ha proprietà termoisolanti, è morbido e non infeltrisce e per queste caratteristiche è molto simile alla lana con la quale spesso viene filato. Non è però allo stesso modo traspirante per cui un capo con alte percentuali di acrilico fa sudare.

Il poliestere è una fibra ideale per la realizzazione di piumini, in grado di regalare un ottimo effetto termico. Si utilizza anche per la creazione di tute sportive da donna.

La qualità si manifesta attraverso la sua morbidezza e può essere lucido oppure opaco. Il poliestere di scarsa qualità al tatto risulta ruvido, simile alla carta. Spesso viene filato con il cotone e qui manifesta la sua non sostenibilità. Contiene infatti delle microplastiche molto inquinanti e tende a far sudare. Derivando dal petrolio non è una fibra sostenibile, a meno che non sia stato riciclato.

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